Iniziamo proprio da Isabella che, per l'appunto, non è cambiata di una virgola. La F1 a pedali mantiene in forma e, anzi, ringiovanisce.
E' lui o non è lui? Un Marchino giovane, anzi giovanissimo praticamente un cucciolo (ma è veramente lui?)...
Che linea! La numero 8 si ispira alla McLaren Mp4 di Formula 1 di inizio secolo (qui siamo a Voghera, 2004). Le orecchie da orsetto però stonano un po'. Hakkinen non le aveva.
Capelli cotonati e sguardo intenso da "pro", baffetti alla Graham Hill. Diventerà una leggenda della F1 a pedali.
Gas a martello, tutti in piedi sul divano, partenza!
Numero 1. Casco professional. Gommazze per una tenuta senza eguali. Si fa sul serio. E che pubblico!
Abitacolo spazioso. Volante minimal (ma è un volante?)
Linee tese, molto tese....un dubbio però sul quale sia il davanti e il dietro. Comunque perfetto per portarci i gelati. Motta.
No, dai, il 13 no che porta male....
Ai tempi i munifici sponsor non mancavano. Diciamo che il rosa non è molto racing. Ma per farsi notare va benissimo.
Muso a punta come se non ci fosse un domani, meglio non trovarselo dietro. Cintin che dice? Tutto regolare? C'è odore di squalifica.
Ruote lenticolari e simil cupolone aerodinamico. Un missile in galleria del vento. E se non c'è vento? Pedaliamo un po' più forte e vinciamo lo stesso.
E' rossa. Ha una carrozzeria scintillante. E' una formula 1. Direttamente dagli stabilimenti di Maranello. Però il motore mi sa che non è il classico 12 cilindri a V ma qualcosa di più ecologico.
Un team agguerrito. 11 e 12 uniti per vincere.